Con il termine “chirurgia pre-protesica” vengono intese tutta una serie di procedure chirurgiche che facilitano e permettono l’applicazione di una protesi fissa o mobile, garantendo una buona estetica e funzionalità della stessa.
Nello studio dentistico Giardinelli si eseguono 3 tipi di chirurgie pre-protesiche:
- chirurgia pre- protesica mobile;
- chirurgia pre- protesica fissa su denti;
- chirurgia pre- protesica fissa su impianti.
A) Chirurgia pre-protesica mobile
La chirurgia preprotesica mobile consta di terapie chirurgiche che modificano l’anatomia della cresta ossea o della gengiva della bocca edentula e semi-edentula, per permettere l’inserimento e soprattutto la stabilità della protesi mobile.
Osteotomia
Protuberanze ossee non patologiche rivestite di gengiva, dette “esostosi” (accrescimenti ossei come sporgenze), sono spesso localizzate sulle creste ossee, sul palato (toro palatino-di grandi dimensioni) o nella parte interna della mandibola. Esse vengono asportate chirurgicamente per favorire la stabilità protesica. L’osteotomia è un intervento di piccola-media invasività richiesto solo per fini protesici, perché la protuberanza ossea non è patologica ma solo un disturbo anatomico alla stabilità della protesi mobile.
Aumento del fornice
L’aumento del fornice è un intervento chirurgico molto importante per favorire l’adeguata stabilità della protesi mobile, limitato alla mucosa gengivale ed indicato in caso di cresta edentula poco presente. L’intervento consiste nell’approfondimento del fornice (rientranza della mucosa tra labbro e denti) con taglio, scollamento, spostamento della gengiva e sutura della stessa in una zona più profonda. Questa procedura ha lo scopo di favorire l’aumento della cresta ossea e l’aderenza della totalità della protesi quanto più profondamente possibile così da determinare una maggiore ritenzione e stabilità della protesi stessa sulla cresta. La protesi mobile viene applicata lo stesso giorno dell’intervento, ribasata con una pasta morbida per favorire la guarigione e il mantenimento della nuova posizione della gengiva precedentemente spostata. Il decorso della ferita giunge a guarigione in circa 10 giorni; la sintomatologia è minima, con lievi bruciori ed edemi gengivali ben compensati da collutori e farmaci adeguati.
B) Chirurgia preprotesica fissa sui denti
Si tratta di un intervento chirurgico limitato a 4 tipi di procedure, il cui scopo è quello di migliorare le terapie protesiche fisse sui denti in atto.
1) Allungamento di corona clinica
L’allungamento di corona clinica (parte visibile del dente, che spunta dalla gengiva) fa parte degli interventi chirurgici preprotesici. Esso viene effettuato in caso di ipertrofie gengivali patologiche o fisiologiche (ereditarie) che determinano un sorriso gengivale (cioè maggiore esposizione di gengiva rispetto ai denti) e quindi un alterato rapporto fra gengiva e dente.
Questo intervento si effettua:
- con taglio e asportazione della gengiva in eccesso (gengivectomia);
- con scollamento e spostamento della gengiva verso l’apice del dente;
- con taglio e asportazione di osso in eccesso associato allo scollamento e riposizionamento della gengiva verso l’apice del dente.
Si tratta di interventi di breve durata, la sintomatologia è controllata con antidolorifici, il lieve edema che viene a formarsi è ridotto con l’utilizzo di antiedemigeni ed il lieve bruciore gengivale contrastato da collutorio appropriato.
2) Interventi ai frenuli
- I frenuli labiali sono delle pieghe di mucosa gengivale libera che collegano la parte interna del labbro alla gengiva della cresta ossea, in prossimità delle corone dei denti. I frenuli labiali sono i più coinvolti nella chirurgia preprotesica poiché quando assumono una consistenza spessa, concomitante ad un deficit di lunghezza, tirano la gengiva verso l’apice del dente e scoprono la radice dando un aspetto più lungo al dente stesso, favorendo cosi l’instaurarsi di processi infiammatori gengivali, parodontali ed inestetismi che ostacolano una corretta ed estetica protesizzazione fissa sui denti;
- I frenuli linguali sono, invece, delle pieghe mucose localizzate fra la parte inferiore della lingua ed il pavimento della bocca (area sottolinguale). Il loro ispessimento e dimensione ridotta comportano problemi fonetici, masticatori e di deglutizione.
La terapia chirurgica indicata in questi casi si chiama frenulectomia che consta dell’asportazione chirurgica della totalità del frenulo attraverso l’utilizzo del bisturi o del laser. Intervenendo, in ogni caso, in presenza di anestesia locale, l’uso del bisturi comporta l’utilizzo di suture per la chiusura della ferita, che quindi daranno una blanda sintomatologia (controllata da farmaci) in fase di guarigione e definitiva risoluzione nell’arco di 10-15 giorni; per quanto riguarda l’utilizzo del laser, la sintomatologia è pressoché assente, non sono necessarie suture e la guarigione avviene in 7 giorni. La tecnica chirurgica della frenulectomia si utilizza anche in chirurgia pre-ortodontica poiché la presenza del frenulo talvolta può essere causa di spostamento dei denti e di conseguente formazione di diastemi (spazio tra i denti) molto antiestetici e anche predisponenti a malattie parodontali (vedi ortodonzia).
3) Innesti gengivali
L’utilizzo di innesti gengivali viene scelto in caso di deficit dell’area gengivale aderente vicino al dente da protesizzare. La necessità di avere una giusta presenza di gengiva aderente cheratinizzata (una gengiva dura, resistente, che contiene cheratina) vicino alla radice del dente da protesizzare è un fattore importantissimo per la salute parodontale futura del dente. La presenza, invece, di una gengiva libera mucogengivale non cheratinizzata (come quella delle guance e del pavimento della bocca) predispone a numerose patologie parodontali e inestetismi per la protesizzazione futura perché poco resistente e molto elastica (facilita l’entrata di placca fra gengiva e radice). L’intervento consiste nell’innestare una piccola parte di gengiva prelevata dal palato (ricca di cheratina, resistente) sulla gengiva adiacente ai denti da protesizzare che presenta una consistenza molle non idonea (gengiva libera mucogengivale non cheratinizzata). Si tratta di una procedura delicata, parzialmente invasiva ma con risoluzione in 15-20 giorni con minima sintomatologia.
4) Tecniche chirurgiche di riempimento
Talvolta, anche in presenza di gengiva adeguatamente cheratinizzata nell’area destinata alla protesizzazione, è possibile riscontrare una depressione (d. crestale) dell’area adiacente alla protesi fissa. Essa è determinata dal collasso osseo dovuto nella maggior parte dei casi ad estrazioni dentarie pregresse.
La tecnica chirurgica che risolve questo problema prevede un riempimento e correzione del difetto:
- con un innesto gengivale preso dal palato;
- con ripiegamento e arrotolamento su sé stesso di un lembo di gengiva parzialmente tagliato e scollato nella stessa sede del difetto (roll flap).
Queste tecniche sono finalizzate a ridare il giusto spessore alla cresta e alla gengiva, per mantenere un’armonia estetica e anatomica dell’area da protesizzare.
C) Chirurgia preprotesica fissa su impianto
Si tratta di tecniche chirurgiche che facilitano e permettono l’applicazione di una protesi fissa su impianti mantenendo una buona estetica e funzionalità della stessa.
Possiamo dividere queste tecniche in 4 gruppi:
- osteoplastica;
- gengivoplastica;
- aumento volume osseo con innesto;
- aumento volume osseo con espansione.
Osteplastica- Gengivoplastica
Con il termine “osteoplastica” ci si riferisce a una modellazione ossea delle creste effettuata sia per mezzo di frese con l’abbattimento delle asperità ossee, sia con l’apposizione di piccoli innesti ossei (umani o animali adeguatamente trattati e certificati) per colmare i difetti e dare alla cresta ossea un andamento più anatomico e adatto al sostegno degli impianti ed all’estetica dei denti che verranno posizionati sopra. La tecnica di osteoplastica viene spesso associata alla "gengivoplastica". Essa prevede il taglio e l’asportazione della gengiva in eccesso presente sulla cresta ossea. Avviene, quindi, l’inserimento di impianti allo scopo sia di ridurre il rischio di future patologie infiammatorie gengivali a carico dei tessuti intorno agli impianti, sia di migliorare l’effetto estetico dei denti che sono posizionati sugli impianti stessi a ridosso della gengiva (effetto festonato della gengiva).